Sicuramente tutti gli amanti di Android, spesso e volentieri si sono trovati a fare diverse domande per quanto riguarda le modalità con cui i terminali vengono aggiornati e spesso non si comprende il perchè alcuni brand supportano meglio gli aggiornamenti a dispetto di altri che invece lasciano i loro terminali nel dimenticatoio, dopo aver al massimo visto un update nell’arco della loro vita.
HTC ha provato a rendere partecipi i propri utenti, creando una bellissima infografica la quale mostra l’intero processo nel creare un aggiornamento di Android per un proprio dispositivo ed è fatta così bene che potrebbe tranquillamente essere utilizzata come un paradigma per tutti gli OEM.
L’infografica mostra il processo che avviene per tre versioni diverse del terminale: carrier device (ovvero i terminali brandizzati dall’operatore telefonico), Unlocked/Dev Edition Devices, ovvero i terminali no-brand e per gli sviluppatori, ed infine i Google Play Edition device, ossia i terminali con la ROM stock di Android, senza alcuna personalizzazione da parte del produttore.
I macro-step dell’intero processo si dividono in 5 fasi, visibili sul lato destro dell’infografica con i seguenti simboli:
Queste 5 fasi sono:
- Valutazione
- Sviluppo
- Integrazione
- Certificazione
- Invio dell’aggiornamento all’utente via OTA
Osservando l’intero iter, si possono facilmente rilevare quali sono i principali intoppi in cui si può incorrere, nell’ostacolare un possibile aggiornamento ed inoltre si nota come nelle versione Unlocked/Dev e Google Play edition, ci sono rispettivamente 3 e 4 passaggi in meno, il che conferma che chi predilige gli aggiornamenti non può prescindere dallo scegliere il device con meno vincoli lato brand e software.
Inoltre altra cosa importante a determinare o meno un possibile aggiornamento è il produttore di chipset. Infatti, sebbene Google invii i sorgenti di Android ai produttori di chipset, questi ultimi possono decidere di non proseguire con il supporto di un determinato chipset e quindi possono decidere di non sviluppare più per esso, il che comporta di non rilasciarne i drivers. In questo caso è molto probabile che il terminale che fa uso di quel particolare chipset, non verrà aggiornato.
I telefoni brandizzati dagli operatori, sono quelli che generalmente generano ulteriori lungaggini, poichè il produttore deve integrare nella sua ROM anche le customizzazioni fornite dagli operatori telefonici oltre a quelle dell’OEM, che spesso sono generatori di bug e costringono ad ulteriore sviluppo e test prima di poter essere approvati in via definitiva.
E’ facile quindi intuire che maggiori sono le fasi e le risorse impiegate nel processo, maggiori sono i costi da affrontare e di conseguenza sono minori le possibilità di avere un supporto decente per i terminali.
E’ quindi evidente come le aziende, anche se non è sempre vero e non è una regola automatica, saranno più propense a concentrarsi sul supporto dei top gamma, piuttosto che la fascia media / entry level dei loro modelli o comunque i modelli che richiedono meno sforzo, quindi i Google Play Edition sono sempre privilegiati rispetto a tutti gli altri.
Ma ora vi lascio all’infografica e se andate alla pagina di HTC, potrete vedere che il One è ancora in fase di integrazione per i modelli brandizzati, ovvero quella particolare fase in cui si devono integrare le customizzazioni degli operatori nella ROM di HTC, mentre per quelli unlocked/dev e Google Play Edition gli aggiornamenti sono già stati rilasciati, proprio a confermare le considerazioni fatte finora.
Enjoy !